Lontana si forgia l'aurora,
dove il cuore vola libero tra le foglie della follia.
L'uomo martello del progresso batte i rintocchi della
nostra mezzanotte, insonne sta il vigil demonio dello spirito,
con forche e lance attanaglia il ventre,
d'odio e paura brucia l'occhi.
Lontane fiaccole sinuose corrono il sentiero,
accarezzano il monte, azzannano le tenebre, pulsanti battiti scandiscono la marcia.
Il castello lontano domina la terra oscura e l'ombre si avvicinano.
Passo dopo passo il tetro respirare della Luna,
volano alti gli spettri del decaduto ordine,
corrode ciò che incontra, abbandonano gli animi,
muoiono i corpi
solo il ricordo tace sulla landa.