Cos'è Signore
il mio peccato
se non la
dimenticanza di me stesso.
Quel camminare
cieco
che mi impedisce
di vederTi.
Quel sentire
sordo
che mi nega
la Tua voce
e la mia arroganza
che mi chiude
al Tuo abbraccio.
Sarai Tu, Signore,
il muratore
che dovrà abbattere
il muro di ostinazione
che mi cinge
perché io
ho poca forza
ma so di avere
bisogno di Te.
Sarai Tu
il capitano
che lanciandomi
la scialuppa
mi salverai
da quel mare di
tormento
nel quale navigo
perché ho spento il faro.
Sarai ancora Tu,
guardiano del faro,
che riaccenderai
la fiamma della mia fede,
perché Tu, Signore,
ami ogni Tua creatura
e come
un ricercatore d'oro
sai distinguere
tra i sassi
ogni piccola pagliuzza
preziosa ai Tuoi occhi.