Cammino su di un sentiero sconosciuto
in mezzo al bosco.
Nessun pensiero l'animo mio confonde.
La ghiandaia,
nella frenesia dell'amore primaverile,
il suo nido sta a costruire
con ramoscelli sopra una grossa quercia
dall'aspetto secolare.
Sotto la risonanza dei miei passi stanchi
e del frinire delle cicale
il caldo par non finire.
La vegetazione fa frescura
e lenisce il soffrire che da l'arsura.
Il sentiero si stringe,
non si estingue.
Proseguo.
Osservo.
La natura si spoglia.
Le foglie
intorno alla madre si sono raccolte,
figlie nel gioco del girotondo della terra.
Il gioco della vita e della morte.
Un pettirosso saltella di ramo in ramo
con tutta la curiosità del suo esserino.
La fitta nebbia
che ai miei occhi la neve sta a creare
nel scender giù copiosa,
tutto ricopre.
Sparisce ogni cosa.
Il tacco affonda.
Un silenzio totale mi circonda.
S'arresta il mio camminare.
Il tempo scorre.
Un altro anno sta a finire