Gabbia di sale e mare cresce oltre il vento
che sempre più porta a largo
lontano dall'essere.
In questo rigido passare dovuto e teso,
in questo correre e trascorrere,
galleggiare e respirare
il dolore dio unico dio
mi indica, diavolo eterno,
il faro più facile e vicino
la luce più tenera e velata.
Piegato preparerò la mia cuccia di cane a vela
calda per l'inverno e provviste di
menzogne nella stiva, cipolle fresche
in questo paradiso scorbuto di sbarre liete.
Lento veliero gabbia
culla al rollio di onde
non volute e sconosciute.
Nemmeno ora posso sentirlo
nemmeno riesco ad immaginarlo
un senso che liberi e dica
esisti o resisti?