Metti da parte il pensiero,
ammira, quello che c'è nell'aria,
è profonda la notte, tra queste quattro mura.
Non dimenticare le urla soppresse,
fetore, estasi incompiuta, quello che omette la realtà oggettiva di chi, per assioma ragiona, divagando:
"Non meritava ciò che ha perduto, non se l'è mai perdonato,
invano cercava di recuperare tutto questo, ma solo il tempo l'avrebbe scagionato impossessandosi di ogni desiderio incompiuto, nel suolo fraterno, divenuto fratricida".
"Dimentica di vivere", eccheggia puntiglioso,
nel stare scomodi, c'è vità vissuta, in solitudine, quando l'imbarazzo fa dimora.