Nevicava
ed io,
io pensavo.
Pensavo alla neve.
Non alla neve -che-
imbianca, stordisce
-che- incanta.
Pensavo alla neve,
la neve e basta.
E mi dicevo:
ma come posso
"con tutto quel che c'è da fare"
starmene immobile
a pensare alla neve?
Nevicò per sempre.
Nessuna sorpresa,
panna sui secoli.
Come sulle silenti
alpi in piedi, così
sulla furiosa distesa.
Nevicò sulla bambina.
E su ogni cosa.
Nevicò così tanto
che si sfondò il tetto
ed una famiglia di neve
entrò nella casa.
Coprì e imbiancò:
il letto, la lavatrice,
i panni puliti,
i panni sporchi,
i miei giorni.
Da allora il paesaggio
ha l'aspetto di una enorme
coperta di freddo,
incapace
di scioglimento a breve.
Io me ne sto
immobile
dentro
pensando (credendo)
di non essere neve.