La radio che parla, il telefono squilla,
un cane che abbaia, il sole che brilla,
l'acqua che scorre, il vento che avanza,
la luna che cala, la befana... la calza.
Il cigolio d'una porta, il verde dei prati,
il canto dei grilli, la preghiera dei frati,
l'amore che sogni, i fiori in un prato,
la mente che elabora un bacio mai dato.
I vestiti sul letto, la musica suona,
un bimbo che gioca, un rombo che tuona,
i canti di un coro, la pioggia che bagna,
una macchina corre, il pianto... una lagna.
Un giorno di pace, un altro di guerra,
la droga che uccide, il zappare la terra,
un aereo che sale, il grattacielo che scende,
il gol dela squadra, la torre che pende.
Un lampione ormai rotto, una luce in vetrina,
il barista che serve un barbone in cantina,
uno sparo nel buio, un sorriso mai spento,
uno scippo per strada, il tuo parlare lento.
E le tele che parla, un sordomuto in raccolta,
un veggente che illude, un malato che ascolta,
una tenda tirata, un lenzuolo ormai sporco,
una vita che nasce, un nonno già morto.
La coda a pagare, un mangiare da schifo,
un litro di vino, un "cippino" di invito,
una pozza per terra, la fontana in città,
e la gente che dice: "Che vita è questa qua".
Quattro salti a ballare, una rana, lo stagno,
due soldi in un pugno, il ballo del cigno,
un quartiere in rovina, una mamma che allatta,
una vincita al lotto, per "miss" la mulatta.