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Ama il prossimo tuo

Li vedevo ancora, fantasmi di se stessi,
in una interminabile fila.
Muti nel loro dolore,
dignitosi nella morte.
Si offrivano ai loro carnefici
ignari della legge divina.
"Ama il prossimo tuo"
non aveva mai riecheggiato
nelle loro baracche.
Sentivo intenso nelle radici
l'odore acre di un fumo scuro
come il seme del male
che aveva generato insaziabili mostri
dalle cui fauci usciva, per sempre, la vita.

 

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6 commenti:

  • maria anita acciarini il 04/02/2011 14:55
    grazie a te Ignis per esserti fermato a commentare.
  • Aedo il 04/02/2011 14:51
    Non ci sono parole, per condannare la violenza e la malvagità umana, che supera il limite consentito. La "Shoah" è un marchio, che non dobbiamo mai dimenticare: non si sono uccisi solo i corpi, ma distrutte soprattutto le anime di coloro che erano ridotti a larve, senza dignità, senza memoria, come P. Levi ci ha ricordato nella sua meravigliosa composizione: "Se questo è un uomo". Ancora oggi mi chiedo: perché? Mi rifiuto che l'uomo possa arrivare a tali livelli abominevoli... eppure ci è arrivato e ancora oggi si distingue per atti nefasti. E allora... non dimentichiamo, ricordiamo, perché le nuove generazioni possano edificare qualcosa di diverso. Grazie, Maria Anita!
  • maria anita acciarini il 24/01/2011 19:51
    Grazie Rea. È prossimo il Giorno della Memoria... un pensiero andrà alle vittime della ottusità umana in ogni tempo e luogo, ieri come oggi, con la speranza che il passato sia un bravo insegnante e che noi impariamo ad ascoltarlo.
    Negare tanta crudeltà non serve a cancellare il marchio di infamia stampato nell'animo di chi ha oscurato l'intelligenza e soffocato i sentimenti umani. Il dolore per ciò che è stato resterà per sempre...
  • rea pasquale il 24/01/2011 18:56
    In questa cultura disumana la tua poesia è ancor più appropriata.
    Mi piace abbastanza.
    Un saluto

  • maria anita acciarini il 24/01/2011 15:09
    Gentile Ugo, credo che tu, col tuo commento, quasi confessione aperta liberatoria, abbia già iniziato la tua "rinascita" come uomo capace di guardare al tuo prossimo come in uno specchio. La consapevolezza de se stessi così come si è e la grande intelligenza di riconoscere i propri limiti è virtù di pochi e tu sei certamente uno di quelli.
  • Ugo Mastrogiovanni il 24/01/2011 13:07
    Grazie a questi versi, poesia vera e propria, mi viene da riflettere: manco spesso di misericordia verso il prossimo; lo misuro secondo criteri di prestazione; o giudico dalle apparenze; lo classifico in certe categorie. Vorrei tanto imparare a vedere gli altri con il mio cuore al di là di ogni apparenza per diventare più uomo, anche alla mia tarda età, e lasciare che tutti siano considerati "prossimo come me stesso".

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