Vorrei strapparmi l'anima a morsi
vorrei sgridarla picchiarla farla sanguinare
disfarla sotto il peso dei miei piedi disperati.
Per questo straziante pianto
questo infame desiderio che striscia luccicante
la sua bocca contro il vetro dei ricordi.
Derisa dalla ragione
lei elegante altissima ragione presuntuosa
nel suo abito d'argento a guardarmi saccente.
Io qui rannicchiata tra le braccia della voluttà
nuda scoperta tra le grinfie della passione
tutt'e due che mi stringono mi accarezzano mi violentano.
Io indifesa mal guardata schernita abusata
loro là forti con braccia possenti occhi infuocati
a trascinarmi nel tempio della loro potenza.
E il ricordo sempre lì
a mostrarmi l'intero atroce scenario
del desiderio internato.
Io, orfana persino di me stessa.