Un limbo bianco, la mia vita.
Fatto di silenzi e risvegli accecanti.
Attesa perenne di qualcosa che lo squarci e mi faccia intravedere
"me",
dove è finita me?
In tutto questo bianco di pareti e panorami ed emozioni,
come le calze bianche di un infermiera che tutto attutiscono,
scivolano silenziosi i giorni miei,
indistinguibili,
opachi,
spaventosi.
La geografia misteriosa di questi posti e la geografia del mio cuore,
non si assomigliano.
mai.
Anelante, disperato bisogno
di pietra odorosa di alghe,
di ulivi crepitanti e odorosi,
di quelle basse e dolci colline,
di limoneti affacciati su un lago di sogno dove la storia è scritta,
dove basta chiudere gli occhi per tornare al passato,
un passato fatto di guerre e repubbliche e sofisticate signore dalle mani guantate,
dove quel poeta malinconico visse tanto tempo fa.
Là dove il mio cuore è rimasto.
Là dove sono i miei ricordi.
Là con i cigni bianchi.
Là, forse, è rimasta me.