Un canto alla vita
dello spietato tempo
che brucia i giorni come nafta
Fissando dalla sua amata finestra sbiadita
l'anima che lotta e canta
contro le catene del corpo
come una flottiglia
Affonda pian piano tra le grida
e i dolori... e chi gli ha detto sia?
Ci saranno mai dei giorni migliori
Perché l'io rida
di quelli già trascorsi? Oh amori!
barcollano i sogni della mia anima impavida
Paurosa, tu che ipotechi le tue notti!
Per vivere di finto piacere
E poi ritorni in te dopo mille terremoti
Ogni volta delusa, incapace a tacere
e disincantata... piangi, piangi...
fino all'ultima lacrima
prigioniera rimane l'anima
Il corpo è una fortezza...
le cui sbarre non conoscono l'ebbrezza
E spesso vivono di tristi ricordi
di eroi che sono scomparsi
vestendosi come muse
d'amore per creature angeliche
che sanno solo amare
ed è l'unica certezza
I colori amati non cambiano
e l'oro di una volta...
non esiste più
portato via dal tempo e dal vento
e rimane solo il ricordo e la tortura
custoditi da illusorie mura