La notte scricchiola sulla mia testa
il vento ne è voce e linfa
tutto echeggia come in un ballo tribale
dove le pelli dei tamburi scandiscono momenti.
La danza procede ora legni, ora foglie, ora lamiere assordanti.
Tutto è un gioco, un'iperbole di suoni
che ricordano soltanto i respiri delle genti
e degli uccelli,
ma che fanno paura come creature di altri mondi
creature inimmaginabili che osservano i passi
e i movimenti di queste ombre ballerine
di queste anime in festa o anime inquiete.
Ascolterò ancora,
mi lascerò cullare,
mi lascerò trascinare
sperando di non perdermi
perché il ritorno sarebbe impossibile.
So solo che adesso il mio cuore è un tamburo
e la mano che batte non è la mia...