Ecco, la sento.
Sento i suoi artigli che già
afferrano gli abiti che indosso.
Sento già il suo fiato pesante
che sposta i miei capelli.
Arriva, è qui.
So che soffrirò.
Penso già al dolore della mia carne
dilaniata dalle sue zampe.
Il mio collo sarà presto preda
delle sue fameliche fauci.
Una bocca che è stata il
terribile antro di molti,
mi inghiottirà.
Non posso resistere?
Avessi almeno il tempo e
la forza di voltarmi,
avessi almeno la capacità
di vedere il nemico in faccia.
Nell'ultimo spasmo d'orgoglio
alzo lo sguardo e vedo la mia ombra.
E vicino alla mia ombra altre sagome
si stagliano tutt'intorno.
Non sento più il fetore del suo alito,
non sento più i denti assassini,
l'artiglio si ritrae e svanisce.
Non sono più sola.