Ebbi tra le mani smorta falena
provata dalle notti insonni
passate a sbatter su lumi freddi.
Vi alitai tre volte cento fiati
attinsi a mille pozzi di colori
trasfusi la mia vita nella sua.
Volò iridata su iridi smorte
le stesse che la resero bigia
libera dal basto del passato.
Grata ritornava attorno al Sole
astro mi credette e si scottò
senza mai lambirmi labbro.
Spensi il calore e lei m'odiò
non volle credere che il suo dio
per non ferirla le fermò il cuore.
Ora si libra su petali irreali
spargendo insieme l'agre storia
e gran parte dei vividi colori.
Domani, quando s'avvedrà,
sarà poi tardi per rimediare;
sulle ali il grigio ricompare.