Un raggio di sole illumina il mio viso segnato dal pianto. Da questo letto di spine mi alzo e trascino il mio corpo lacerato per questo bosco silenzioso. Sento in lontananza i passi della resa arrivare, mi lecco le ferite velocemente per essere pronta ad affrontarla. Vedo una piccola cascata, mi immergo in essa e nemmeno l'acqua gelata riesce a togliermi il torpore
che hai lasciato. Vorrei lavare via, insieme al tuo odore,
il suono delle tue parole che hanno fatto appassire le rose del mio giardino lasciando solo steli pieni di spine. Spine che pungono un cuore che voleva solo amarti. Parole che prendono vita danzando innanzi ai miei occhi stanchi di guardare
quel vuoto in cui mi sono persa. Parole che sapevano di buono, che annaffiavano quei fiori che davano profumo alla mia vita. Non c'è più odore adesso, non ci sono più colori che creano arcobaleni, e i miei occhi gonfi dalle lacrime si arrendono alla triste visione del nulla. Quel nulla che mi hai donato e che io ho voluto accogliere nella mia vita pur sapendo che era tutto ciò che potevi offrirmi. Rimango così a vagare tra i rovi, cercando quel seme che pianterò e che darà nuova vita al mio giardino, e quando ogni fiore sboccerà tu sarai solo l'eco di un pianto che muore tra lo splendore di un immenso prato fiorito.