Quanto avremmo voluto festeggiarli con solennità e gratitudine
per tutti quegli eroi che sparsero il loro giovane sangue per un ideale inseguito, raggiunto e appena assaporato
perché strappati alla vita e ai nobili progetti.
Noi ringraziamo sì valorosi personaggi,
ma che penseranno loro di noi che stiamo distruggendo
quanto di grande avevano realizzato?
Festeggiare centocinquanta anni di Unità, proprio nel peggior periodo
che ci vede disuniti, l'un contro l'altro armati in una umiliante lotta di potere,
di egoismo e di spregevoli ammiccamenti politici.
Possano gli artefici dell'Unità italiana perdonarci
per aver perduto il senso della fratellanza e del vero amor patrio,
che non può manifestarsi con il timido canto di un pur eccelso Inno,
ma con la convinzione di essere tutti figli di una strapazzata Patria.