C'era una volta,
un sogno infinito con due grandi ali d'aliante,
due fanciulli stretti in una corsa sull'erba madida e verde
che espelleva la prima pioggia estiva.
Correvano per raggiungere il punto più alto del monte
per vedere dove andavano a morire i colori dell'arcobaleno.
All'ombra dei vecchi canneti
le loro voci diventavano echi,
il gioco fantasia,
le cavallette dal verde manto trasformate in gnomi,
le libellule dalle ali di ghiaccio in piccole fatine argentate,
era tutto magia in quel fazzoletto di terra
calpestato da piedi di roccia dal mondo degli adulti.
Venne l'inverno,
un gennaio aspro come limone,
freddo come l'alito di una strega oscura
che iniettava polvere bianca nelle vene,
i pensieri divennero nubi coprendo
il generoso sentire di un fanciullo
spogliato della sua vita.
Lei ritornò spesso a specchiarsi
In quel limpido ruscello
a guardare il suo volto cambiare,
trasformarsi in donna,
porta sempre il ricordo di lui dentro se,
ha catturato tutte le immagini
rivivendole ogni volte che il suo cuore si spezza,
quando fragile ha bisogno di lui...
è diventata una donna dal dolce sorriso,
dagli occhi che rincorrono i lunghi sentieri,
ma dentro sè ancor respira
"il fiato della fanciulla d'allora."