Così beffardo a volte
tagliente come il vetro
zucchero sulla punta delle dita
alla mia bocca
medicina per l'anima
che nel silenzio si contorce
contando le fragole
lasciate a desinare
nelle mie stanze.
Mistero che porta
l'abito di un tramonto
rosso come una ciliegia matura
dimenticata sui rami d'inverno
nel perpetuarsi di un alba
che non muove
sulla pelle mia intatta
senza il tempo di invecchiare.
Scintilla che imbratta
tutte le paglie del raccolto
consumato nelle tiepida brace
della mia giovinezza
divampando nell'ora suonata
a contare nel cielo
rintocchi d'ambra e corallo
nell'incendio della sera.
Immensità che dilaga
sconosciuta
eppure a lungo confinata
nelle anguste torri
della mie stagioni
a violare tutti i muri
di finestre.
Così beffardo a volte
quasi dolce
come il miele rubato
al sonno degli angeli
così mi appartiene.