Stette l'inverno
nel suo essere spoglio
d'attesa e ritorno
in ambrato spiraglio
quando giunse in volo
il Merlo al Ciliegio
e sospeso nel cielo
esternò il suo disagio:
"Perchè la tua chioma
non tiene le foglie
se il vento mi chiama
a sfamare le figlie?
Neppure le gemme
di luce vermiglie
vissero alle fiamme
che il cuore non coglie?"
"Prendi il mio ramo secco
l'ho appena disteso
se vuoto è il sacco
posso darti il riposo
e se il tuo nido
vorrai costruire
non lascerò che il nodo
ti faccia restare.
Ma se con pazienza
porterai le veglie
sarà la tua costanza
a placare le voglie.
Di bianche corolle
e rosse spose
potrai sotto le stelle
sfamare le attese"
Così il ciliegio sorrise
all'amico indeciso
che in silenzio rimase
sul ramo steso.