Ti ho inseguito,
nei rivoli di acida pioggia
che porfido rallenta;
dalla cruna dell'ago
dove l'infinito espande
la tremula pupilla;
nel limbo disadorno
dove l'anima non si da pace
e la mente fugge ondulata;
nello scirocco del Sahara
quando sabbia e polvere
annebbiano il mio ricurvo passo.
Mi perdo,
un'onda che silenziosa
va spirando nel labbro
di rovente spiaggia.
Mi spoglio,
nell'ardito desiderio
di inutile istinto
che ragione divora.
Mi sento,
un lembo di carne stracciata
anche nel momento in cui mi dissero,
che avrei vinto..