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L'esilio dell'Angelo
Nacque un giorno
quasi dimenticato
di un rigido inverno
sul mondo assopito.
Portava il nome
della sua stella
della madre il seme
che non vide corolla.
Divenne cortese
a portare la luce
che stella rimase
nel buio di pece.
Vagava per valli
deserti e torrenti
per morbidi colli
e cime dei monti
e per quanto cercasse
radice tra i cespugli
nessuno le disse
che non c'eran germogli.
Persino nel mare
chiese l'approdo
di tanto desire
un morbido nido
ma non era sirena
né dell'acque regina
e distesa sulla rena
non ebbe mai corona.
Ma quando nel vento
conobbe i natali
nel medesimo canto
scomparvero i veli.
Nascoste sul dorso
fiorivan le ali
che aveva disperso
lontana dai cieli.
E quando comprese
l'origine e il fine
finalmente sorrise
dell'antiche pene
tra i nodi divelti
di un primo meriggio
portò sui volti
infinito messaggio.
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