Chiese un giorno emozionata
l'acqua cheta di un laghetto:
"Come mai questa nevicata
o mio cielo prediletto?".
"Ti riempio del mio amore
dolce e tenera compagna
e vestita di candore
io ti sposo qui in montagna.
Da una vita in te mi specchio,
ti conosco a menadito
e voglio diventare vecchio
con il tuo anello al dito."
"Mi commuovi, cielo caro,
e son lieta di sposarti:
sei un tesoro più che raro
e non posso rifiutarti.
Sei per me estiva brezza,
mite disgelo primaverile
e a te mi dono con interezza
in questo mattino di fine aprile."
"Ti ringrazio, cara sposa,
per la devozione a me riservata,
ma debbo dirti un'altra cosa
prima che finisca la nevicata...
... alla fine di qualsiasi acquazzone
cercherò di mostrarmi sempre sereno
perchè tu non perda mai occasione
di rivestirti d'arcobaleno."
Fu così che l'acqua cheta
sposò il cielo aldilà del monte
e raggiunse la sua meta
abbracciando l'orizzonte.
a D. e R.