È il vetro dello schermo
che mi scema, che mi svela,
che mi allontana la solitudine della sera.
È la voce che non sento,
il rumore del silenzio,
il rumore del leggere,
del rileggere messaggi mai belli quanto massaggi.
È il capriccio del mio animo,
un capriccio come tanti,
forse fortemente forzato
o più probabilmente
propriamente provocato.
Sono i numeri numerati,
nascosti e nomenclati,
cosi' tanti tanto da
temer d'esser dimenticati.
In primis quelli primi
proprio prima che subiscano
della loro solitudine gli effetti.
Sono i fiori di carta pesta
che perdono gli spicchi,
son stati solitamente soppressi
dal viaggio sul viale delle fibre ottiche.