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La crudele legge de la natura

la cinghiala cia solo sei mammelle
e le su' fije per lei erano stelle
ma pe la fame quelle su le tette
stavano in guera perchè ereno sette

una de loro sentì ne la pelle
che nun ciaveva forza e a le sorelle
seppuro ce lottò e je resistette
a la fine poi annò che je cedette

e fu così che un aquila affamata
la vide ch'era stanca e affaticata..
volò bassa e la prese co l'artiji

pe lei era solo cibo pe li fiji
ma in verità la pora derelitta
pagava a la natura la sconfitta..

 

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8 commenti:

  • Stefano Cincinelli il 09/06/2011 20:43
    Nooooo! Tu ssei un birbone! povera cignalina.
  • Anonimo il 12/04/2011 21:01
    Ammazza, hai espresso una bella verità! Mi è piaciuta.
  • giulio costantini il 12/04/2011 18:54
    siccome sta discussione mi piace Lorè, nella speranza che non ti annoio troppo, t'ho tradotto in romanesco moderno (così come viene quotidianamente parlato oggi) il pezzo in questione.. Ovvio che il mio è solo un tentativo... non ci sono abituato.. e ci potrebbe essere qualche errore..

    'a cignala cia solo sei mammelle (zinne) (ma se uso "zinne" addio tentativo de sonetto con "elle" e "ette"..
    e 'e fi(j)e sue pe lei ereno stelle
    ma pa a fame que le su 'e tette
    staveno 'n guera perché ereno sette

    una de loro sentì na 'a pelle
    che 'n ciaveva forza e a 'e sorelle
    seppuro ce lottò e je resistette
    a 'a fine poi annò che je cedette

    e fu così che 'n aquila affamata
    'a vidde ch'era cotta e affaticata..
    volò bbassa e 'a prese ca 'artiji

    pe lei era solo cibbo pi i fi(j)i
    ma 'n verità 'a pora derelitta
    pagava a 'a natura 'a sconfitta..

    la struttura finale delle terzine non mi piace (CCD DEE) ma così è venuta fuori..
    grazie ancora... me sò divertito...
  • giulio costantini il 12/04/2011 17:54
    grazie Lorè.. adoro le attenzioni di questo tipo in quanto stimolano la discussione. Allora.. nella poesia vernacolare romanesca, il toscano (o mg ancora il verso toscaneggiante) è entrato alla grande con colui che considero il più grande poeta del novecento: Trilussa. Io m'ispiro a lui sempre e cmq.. sia nella scelta della tradizione metrica petrarchesca (che fù del Belli anche) sia nel linguaggio che però devo adattare all'epoca in cui vivo io... Trilussa come sai è del fine ottocento-prima meta del novecento e da allora il romanesco ha subito molto l'influenze delle cadenze meridionali e del toscano cambiando, secondo me, persino grammatica e sintassi e sicuramente l'ortografia (anche grz a Tri)... se usassi il romanesco moderno non avrei potuto scrivere molte delle cose che ho scritto.. la mia scelta infatti è quella di italianizzare il piu possibile il mio dialetto anche attraverso la cadenza o i termini di altri dialetti..
    Se poi ci metti che sono d'origine toscana, allora dovresti avere ora il quadro completo della situazione.... grz un abbraccio
  • Anonimo il 12/04/2011 15:48
    Appunto la crudelissssssima legge della vita, piaciutissima e condivisa nel suo significato
  • anna rita pincopallo il 12/04/2011 15:41
    Giusto titolo purtroppo la natura è anche questo...
  • loretta margherita citarei il 12/04/2011 15:22
    bel concetto, ma non è dialetto romano, scusami ma hai intrecciato un po di toscano antico col romanesco
  • Anonimo il 12/04/2011 14:56
    Una triste realtà, purtroppo!


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