La fenice rinasce dalle ceneri, è condannata a farlo costantemente; senza alcuna tregua.
Il suo destino è la rinascita, la sua dannazione è la rinascita.
È costretta a vivere incondizionatamente, ma per cosa sta vivendo davvero?
È logorata dalla sua finita eternità.
Non ha frustrazione, non ha infelicità.
Ma non è felice. Stanca di dover ricominciare, ogni dannata volta, tutto daccapo.
Riprendere la vita nelle mani di continuo.
La fenice asfaltata dalla sua naturalezza crudele di infinità.
Odia le ceneri, odia sé stessa.
E dopo tutta quest'eternità, non ha ancora imparato ad amarsi.