Questa non è una poesia e nemmeno un racconto,
sono soltanto poche righe di una pagina del cuore
e non le ho scritte io...
quando lui se n'è andato ancora non lo sapevo fare.
Beveva il caffellatte con il pane, scriveva poesie e dipingeva
e mi svegliava al mattino con la sua fisarmonica.
Prima di morire ha cancellato quasi tutto,
diceva che i ricordi fanno male.
Ho ancora vivida l'immagine di una sera
in cui impresse il mio volto su una tavola...
non ho mai più visto quel ritratto,
penso che abbia voluto portare con sé anche quello.
E ricordo con orgoglio quella mattina in cui,
in un paese vicino al suo,
un uomo anziano si avvicinò a me
e quasi con ammirazione disse :
"Piccioccheddu, tui ses su nepod'e Efisi, berusu?"
(Giovanotto, tu sei il nipote di Efisio, vero?)
e mi colpirono i suoi occhi umidi!
Di mio nonno non ho tanto altro...
so solo che ora suono la fisarmonica e scrivo poesie
e mi piace il caffellatte con il pane.
Non dipingo,
è l'unica cosa che mia madre ha tenuto per sé.
E questa non è una poesia e nemmeno un racconto,
sono soltanto poche righe di una pagina del cuore
che nessuno aveva mai letto prima,
a parte me...
(auguri mamma, buon compleanno)