È qui nel sogno che
passo le sere a toglierti
gocce di peccato
dalla giacca,
traslucide come petali
strappati da un fiore
pungenti come attimi
rubati al sole.
E ad appoggiare le mani
sul bollente silenzio
che mi disegni addosso,
che mi spingi dentro
ad occhi e sensi
con il tocco sottile
di un respiro sulla pelle.
E si materializza il baratro
dove il corpo cede
all'illusione del volo,
dove la ragione si dissolve
nel suono fragrante della notte
dove la volontà si trasfigura
in quel piccolo passo nel vuoto.
Se mi svegliassi vedrei
il sorriso dell'aurora
attraverso te,
come luce in un cuore di cristallo
come se tu con le mani parlassi
al Sogno e non a me.
E qui,
nel maestoso chiedere
alla strada di scostarsi
per lasciarti passare
riprendo a rincorrere
gocce di peccato e vita
che solcano ignare
la tua giacca bellissima.
Come tratto di penna sull'anima.