Il suo melodioso canto
fa salire l'usignolo al levar del sole,
alla natura grata.
Del mio dolore non s'avvede.
Un dolore nel suo silenzio muto,
più grande
di ogni altro funesto finor vissuto.
Il canto suo nell'aria espande
oltre le rupestri chine che giù nel piano
si stagliano simile a cordigliera dell'Ande.
Non ancora nel sepolcro agiato,
ogni mio pensiero
lo rincorre nel passato.
Bianco e ceruleo il viso.
La mente quella figura non coglie,
al suo sorriso pensa,
per un attimo l'animo mio scioglie.
La vita tua non sarà negli anni,
canta usignolo,
tu che la vivi senza pene, senza inganni.
"cantami, ti prego, una melodia
che la mente mia offuschi,
pensieri e ragione porti via".
Il tempo è andato.
È sera.
Un cuor straziato
nella pace e nella serenità di un domani spera.