Fiero,
lo sguardo che rifiuta
di concedere e di concedersi,
da solo riempi
la strada con i tuoi passi.
Dimmi che
reggerai l'impatto
con l'impeto spietato
di una passione che taglia,
che come ghiaccio scivola
in gocce roventi sul petto,
in rivoli gelati sulla schiena.
In silenzio
ti infilo dita e desiderio
nelle fessure serrate
tra bottoni dorati,
arrivando a te
senza essere vista.
Dimmi che
sotto hai pelle
come lastre di metallo lucido
dove tratteggiare con le unghie
l'odore confuso di noi.
E userò fruste
sulla superficie della tua alterigia
per ferirla,
per sublimarla
nel gioco delle parti.
Ritaglierò la tua anima
in triangoli perfetti
e la ricomporrò
come un quadro
che odia
essere ammirato fra altri.
Mi arriverai alle spalle
nella fierezza
del tuo essere come sei,
assaltando con controllata furia
le mie e le tue debolezze,
ricamando calore
con il tuo respiro
sul mio collo.
Come se fosse l'Estate.