Fu quel pallore a sconvolgere
l'assenza
a imporsi senza sorprendere
un vero buio stralunato
una forchetta a tre denti
Un grumo di calore
dalle natiche puntute
accovacciato decrescere
da lì dove era venuto
tra sentinelle ai 70 al minuto
e briciole disorientate
dal passato elettrostatico
Lanciare quel colore
farci un taglio
su mimesi d'una tela
tesa in mille fogli
pellicola sovraesposta a luccichii prepotenti
a sante inquisizioni
di stregoni penitenti
Intuire il passaggio come
memento
piegar la bocca
in alto
per un momento
sentirli ancora
frusciare mentre
volano
chiamarti al loro addio
mentre
migrano