Sguscia, lo sguardo
sulle tue palpebre calate
mentre, le dita sfiorano,
le tue gote corrugate
in una smorfia di sorriso,
scivolando, laddove bussa
lo strepito della vita.
Perduro a contemplarti in veglia,
intonando, delicatamente
una ninna nanna,
che non ti desti.