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I fuochi d'artificio

In un fragor come di lampo,
ancor indosso della notte
l'atro manto,
il ciel esplose:
veloci partivan frecce dorate,
sibilanti, ansiose
di raggiunger volte stellate.

Ah misere! Non certo sapevan
che lor destino era
il morir
di quel sogno lontano:
s'infrangean alte in ampio botto,
lasciavan colorati lapilli
e lacrime di scintilli
per piacer di chi stava sotto.

Luci di singolar gioia
son queste,
di stessa gioia che specchia
negli occhi,
son fatte;
una gioia passeggera,
non solo figlia di quel momento
ma invero d'altro luogo
e d'altro tempo...

Con l'ultimo baglior
si spense anche quella,
rimaser sul campo alla vista
i pendenti neri rami d'una pineta vasta,
che, di pece imbevuti,
fissavan la brulla terra,
immersi in silenzi sempre taciuti.

 

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3 commenti:

  • poeta maledetto il 08/02/2012 13:28
    diciamo di siiiii molto bella mi ha illuminato
  • poeta maledetto il 08/02/2012 13:26
    diciamo si.. direi si... poesia scintillante
  • Giacomo Scimonelli il 10/05/2011 07:23
    poesia molto bella e ben scritta... ma son rimasto colpito dalla chiusa... stupenda