Poca luce sento penetrare il mio corpo,
fioca e tiepida riscalda le mie ossa,
un silenzio impetuoso a ricordarmi
ciò che gli uomini presto dimenticano.
In questa notte di stelle
di fratelli e di parole importanti,
mi sento improvvisamente solo;
solo al mio destino,
un destino già scritto.
Un destino che vaga
tra l'accettazione e il compimento
in cui, non mi aspettavo regnasse
questo senso di solitudine.
È forse questa la vera morte...
più delle frustate, più dei chodi,
più delle corone modellate da spine,
è forse la solitudine la vera morte!
Poca luce sento penetrare il mio corpo,
fioca e tiepida riscalda le mie ossa,
un silenzio impetuoso a ricordarmi
che, gli uomini presto dimenticano
o peggio... ricordano di dimenticare!
Un senso di solitudine regna in me
e, si riflette nel primo raggio di sole
che, presenta il mio ennesimo
ultimo giorno in terra.