Vedi che
mi parli anche se
si dileguano i suoni
tutt'intorno.
Vedi che
ti sento anche se
la pazzia dipinge
note cadenti che fuggono
sui tasti bianchi
di un pianoforte.
E fa solitudine presto
sul monte che domina
rovine e laghi.
E fa dolore presto
sulla radura che toglie
colore ad alberi e miraggi.
E fa rumore presto
nelle valli dove
la natura ha ingoiato
uomini e radici.
Così lascio gli occhi dietro il tempo
per vederlo andare via.
Così lascio la vita dietro le tue spalle
per sentirla ancora mia.
Ammutoliti nel vortice
di fango e acqua,
abbracciamo pagine bianche
ai margini di un sole zoppo.
Arrancando verso verdi spiagge
cerchiamo volti
in paludi straniere.
E si fa presto sconfitta
la città mia e perduta,
tra amarezze e rifugi clandestini.
Senza asilo.