L'afoso vento sussurra
ad occhi smarriti,
cristalli smorzati
dall'erosione della sabbia.
E il deserto sconfina
tra lande prive d'acqua e d'ombra.
Arde la bocca
nel digiuno dell'anima.
Dipendenza tossica
di sussultanti specchi,
indefinibili forme che
all'orizzonte giocano,
ballano, mi canzonano.
E tra il calore e il suolo
s'intravede l'inconscio,
un desiderio profondo
che scavalca l'io e l'orgoglio,
e t'afferra nell'errante sogno.
Una chioma argentea
soffice e forte,
decisa a non sbiadire
tra battiti di mano.
E il battito evoca l'odore
tra arie incendiate da soli solfurei,
tra granuli scostati da terrestri intestini.
E per un attimo
accarezzo la tua immagine
che dentro porto, e sorrido.
Ora l'alito di ghiaccio
spazza e sferza la visione,
e il deserto muta
in impalpabile ghiaccio,
destinato a sciogliersi
col gelido andare del tempo.