Vorrei l'inferno
pur di levarmi questo gelo che mi ustiona
nel vuoto che attecchisce fra le dita,
è il nulla
eppur mi schiaccia
e sotto i piedi
trattengo ferma l'ombra
del tuo passo
nell'assordante eco della fuga vile e pretestuosa,
aspettando di destarmi dalla vita
incubo costante
da chè manchi
da chè il rifiuto del rifiuto
è una condanna
che macchia la mia anima di seta
pochi stracci
senza peso
tarlati di rinuncia estorta con l'inganno
e qui
dov'è fitto silenzio senza quiete
c'è deserto.