Tasto nel buio superfici lisce
di lunghi corridoi spogli.
Un aria grave e consunta inalo,
e passo dopo passo avanzo
tra la cenere del mio sguardo.
Oscura presenza trasuda la pelle
e il suo putrido alito sfiora leggero le spalle.
Tasto nel buio superfici lisce
di lunghi corridoi ripetuti.
Un rumore di fondo piatto,
concentrazione di arcobaleni
in un punto lontano,
divengono sogno nel presente.
E mani senza tatto si ritraggono
a schiacciare l'anima nel corpo.
Tasto nel buio superfici lisce
di lunghi corridoi d'oblio.
E nella veglia del mattino
un sottile fendente di luce gialla
dal basso dell'uscio fugge,
porta permeata del sospiro di sollievo
che l'istinto trafigge con canti di sirena.
Una nota nostalgica gioiosa,
una speranza che si ravviva,
il canto che mi sedusse,
un sentimento che si rapprende
nel pugno di mosche.
Tasto nel buio superfici lisce
di lunghi corridoi d'indecisione.
E la luce giunge tosta,
come scalpello modella
una volontà logora e gioconda.
La mano sulla maniglia
ad attendere della scelta l'istante
di tornar a viaggiare
tra follie d'amore.
Ma il buio attende supino
la nuova notte e il nuovo onirico,
tra nuovi usci d'ammalio.
Esploro tastando
i lunghi corridoi nel buio,
sarò io la luce
che illumina il mio cammino.