Atipico specchiarsi
in occhi altrui,
in corpi altrui
senza saper prendere
la vita per le redini.
Ed è tutto un rubare tempo
a questo breve secolo
che ci ha superati e dispersi
come sassolini a casaccio sulla via.
Ci saremo o no
quando finirà la polvere
che si sparge su terra
come un ricamo,
come sale,
come idolatria.
E ci brucerà i palmi
la neve nera
se raccogliendola saremo
ancora impotenti come allora.
Inciampando
nei vecchi miraggi,
abbandonati su arenili spogli
brulicanti di palpiti estranei,
ci svegliamo all'alba
senza ravvisarne la fine.
Arriveremo alle radici
di questo secolo che ci possiede e ci teme
noi
figli illegittimi di un sogno abusato
camminando su sterpi e vetro.
In bilico tra futuro e poesia.