Penso. Che belli,
i disegni strani,
sempre in movimento,
come in un incredibile avventura,
degli esseri alati che vivono
l'immenso del cielo.
I capricci delle foglie
mosse da aliti di vento,
formano grovigli emozionanti
di sensazioni uniche.
Ricamate con fili e aromi,
leggeri, dolci, aspri, forti, intensi.
No non sono miraggi.
È un Paradiso Terrestre,
da assimilare con i sensi,
ascoltare, guardare concentrati
ad occhi spalancati con il naso all'insù.
Rifletto, sarò il primo uomo a venire qua?
Preso, dal senso dell'immenso,
mentre le prime ombre della sera,
cominciano a riporre e mettere a letto,
suoni, colori, profumi ed aromi.
Un senso di smarrimento,
è in agguato,
l'emozione è troppa,
meglio tornare a casa.
Come? Non so più uscire.
L'esperienza, la razionalità,
la fortuna,
sono sempre pronti per un aiuto.
Guardo in terra, con gli occhi sgranati,
la soluzione è banale, basta seguire
le tracce dei pneumatici, lasciati dalle
bici, motori, fuori strada e seguirle.
In quattro e quattro otto farò ritorno
alla materialità di tutti i giorni!