Sfarfalla bianconera
alata rondine di maggio
sfiorando ilare il rigoglioso argine del fiume
emblema d'agognata primavera della vita
troppo breve
radente, n'osserva il defluire
che scorre senza scosse tra le sponde
seguendo il suo cammino
cheto, nel suo andare
come padrone ha solo il cielo
che nel suo specchio non si bagna nè riflette
e gorgoglia fra le pietre consumate
beandosi di nubi di passaggio
forse alitando una nostalgica canzone,
aria indolente
di sublimata poesia che sa d'amaro
che m'ha rapita
illusa
e d'un ricordo consumato le parole
del tempo
ho smesso di contare i semi
si srotolano i giorni
fertili di sola aridità che implode i frutti.