Nel mar dell'inquieto dolore
perso lo sguardo all'orizzonte
uniformata a grigi giorni
tutto m'appariva come eguale
e senza senso si mostrava
a me la vita.
Fin quando
passeggiando nel giardino
scoprii in un angolo
una rosa.
Turgida nella corolla
imporporati i suoi petali
offriva al ciel
la sua bellezza.
Ma il suo gambo
ricoperto
da aculei pungenti
rilevò la sua disperazione...
anch'essa imprigionata
come me dalle spine.
Tutto il mio esistere
si palesò a me chiaro:
la mia vita
simile alla rosa.
Non la colsi
ma la protessi con le mani...
condivisi con lei
il profumo
e tutte quante le spine.