Ai libri che mi furono negati
ricorro di sovente ora al mattino
quando levato il capo dal cuscino
arranco gli occhi su fogli stampati.
Quando ancor sonnolento ma irrequieto
frugando fra la conoscenza umana
m'attendo forse di, che cosa strana,
svelare il sogno ancora a me segreto.
Ma poi, distolti, gli occhi su mio figlio
si focalizzano e sulle mie mani
e l'uno e le altre all'uscio di domani
mi concretizzano in un batterciglio.
Che i libri che mi furono negati
sono rimasti troppo tempo addietro
per una ponderante utilità
sebbene chiari riflessi di vetro
bisbiglino di sbieco concitati
adescando la mia curiosità.