Consolata appena da compagni circostanti
dirimpettai silenti
ma complici attempate coscienze
mi diletto nello sdegno
nella indifferenza
Come se potessi
cristallizzare
in una parola pronunciata
in uno schiaffo
in una feccia
in un bacio
in un momento
Viaggio senza valigie
e non mi cambieranno l'abito
poiché ho tolto tutto
ciò che mi copriva
eppure non se ne accorgono
di quanto costi l'umiliazione
la caduta da un ramo basso
il piccolo stillicidio al dolore
Se potessi fermarmi
e riconoscermi
in un tratto di colore
o in una pozzanghera
in un rovo
in un giglio
se solo potessi colmare
la solitudine che mi accompagna
se mi invitasse
lei
al pranzo del mio destino
il legno non avrebbe cerchi per contarsi
la luna in cielo sarebbe sempre tale
Così
la carne mia
suggello aspetto
tra la riga e il punto
esteriore invadenza
mi volge al mondo
mi sacrifica come strega
otaria
in un circo che non diverte
per un sopravvivere
che una mano mi lancia