Sono carne, aperta
una terra di ossa
pungente e arida
dolce ed infetta
Riflettendo la luce di qualcun altro
Sono la mano che mi viene tesa
che stringe, ruvida
che mi parla, piano
Sono la voce che ansima e geme
grida e si contorce
davanti ai miei occhi estasiati
e impauriti
Che mi fa tremare e sanguinare
ogni volta
Versi di cocente, stupefatto dolore... E proprio nell'essere stupefatto è la salvezza: mai abituarsi alla sofferenza!
Anonimo il 14/06/2011 17:31
Da brivido questa tua! Rabbia, tristezza, solitudine, dolore... carne aperta, tagliata, strappata, infetta... ma al di là del momento doloroso, attraverso tutte queste parole dure, hai scritto tanto altro. Riprendi oil controllo! Ho la sensazione che tu sia una persona estremamente sensibile e che quello che desidera è solo dolcezza. Ma non essere "un riflesso della luce di qualcun altro, non essere la mano che ti viene tesa" tu sei stella, luna, sole... ma mai un'arida luna!