La raggazza dal viso dolce e carino,
danzava spensierata
per le strade del borgo
mostrandosi al mondo
nella sua vitalita' prorompente.
Il ragazzo dall'aspetto siculo
non riusci' a distogliere
lo sguardo e il pensiero,
quasi fosse abbagliato
da quell'armonia interiore
che attirava su di se'
quella dolce creatura,
cosi' interiore
che si manifestava esteriormente
perfettamente in sintonia.
Ma che fosse quel pensiero cosi' profondo e libero?
E più guardava e più sognava
e più sognava e più piangeva.
"Ragazza non devi mai smetter di ballare a piedi nudi,
fallo per me,
non voglio più svegliarmi con questi vestiti addosso!"
" Io mi sento nuda da vestita
e le scarpe le ho gettate al fiume"
Rimase cosi' a danzare nella strada
e la leggerezza che trasmetteva
mi rendeva pulito, quasi sollevato,
fino a credere di poter volare.
L'avevo gia' vista,
mi pare fosse un venerdi',
era inizio Maggio
e doveva essere il 1911...