Poco di me ormai restava,
istrione nei sogni d'amore,
schiava di effimere illusioni.
Troppi futili abbandoni,
nella superbia di storie vissute,
esaltanti e inconsapevoli.
Ora nel mio corpo vive
il respiro del mio destino.
Raccolgo i miei insonni dolori
li tramuto in tramonti di sorrisi,
riempio i solchi delle mie ferite
con terra rossa bagnata di rugiada.
Altre parole non aggiungo,
mi rifugio nel tuo letto di piacere,
affondo la mia anima clandestina
nel nostro nuovo amore infinito.