Quel che posso :
è di non ingerire
ciò che entra in me a darmi vita
Questa poca saliva ora urli
e di suoni riecheggi in richiamo.
Impotente davanti alle armi
innalzo a mio scudo la fame
quale ultima condanna al mio mondo
di vili e corvidi umani.
E possano questi reni svuotati
questo lieve pulsar delle vene
aggiungersi all'indignazione per l'uomo
che si adopra a sopraffar altro uomo.
Non muore la fame e la sete
e il corpo si spegne per sempre
sigillo il mio urlo alla vita
risuoni la mia libertà