Paese mio, dal borgo antico ormai vuoto,
da dolci e verdi colli circondato.
Muto, nel cheto silenzio riposi
anche in giorni tristi, dolorosi.
Ignaro in un lungo sonno ti sei adagiato,
dall'apparir la morte tua prepari come sogno agognato.
Quante dimore per sempre han chiuso gli occhi.
Cartelli ai muri appesi come in un negozio di balocchi.
Grande di rivederti è il desio,
in cuori che il dolce suolo han calpestato, piano scende l'oblio.
Da oltre il mare sono arrivati,
attraversando un deserto di fuoco, animi disperati.
Sarà il futuro di nuove genti.
Riapriranno gli occhi case, tornerà la luce in usci spenti.
Una piccola Babele ti ritroverai.
Di amarezze che forse nel tempo si assopiranno, l'animo mio riempirai.
Seguiranno generazioni ed eventi.
Si assueferanno parole ed intendimenti.
Dentro il mio cuore, ora, c'è solo il vuoto
del sogno mio natio che vaga sospeso nell'azzurro ignoto.