Cosa siamo in fondo
se non anime
tenacemente appese
al filo della vita,
che lenta scorre
ovunque e in noi,
che forte ci aggrappiamo
a quel filo sottile
temendo che si spezzi
e ci lasci cadere
in abissi profondi
ove luce non giunge,
ogni suono è attutito.
Esperienza già nota,
siam caduti più volte
pavidi e impotenti
contro forze ben note,
la paura e il dolore,
il rimorso e l'angoscia
che s'oppongono e fiaccano
ogni nostra reazione.
A tastoni cerchiamo
un appiglio qualunque
per poter risalire
quel declivio infinito.
E imploriamo coraggio
e saliamo, saliamo
fino a giungere in cima
dove alfine sfiniti
ci accasciamo ansanti.
Ed il sogno finisce,
la realtà ecco riappare
e ci coglie tremanti,
ancora confusi,
sulla lingua il sale
del copioso sudore
salato ed amaro,
d'incubi intriso.