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Amica
Dietro al bancone
volto di biscuit
pezzo unico
di serie bruciata
dal sole d'agosto.
Accogliente
occhi ammiccanti
offri caffè scuro,
in vetro trasparente
graziosamente con
mani di porcellana.
Sembri, una
grande Gheisha.
che serve il sakè
Pieghi con garbo
banconote che
poi lasci scivolare
nell'incavo di
seni candidi.
Il mare spruzza
in lontananza
in uno schermo
la sua schiuma,
odore di salsedine
rimane fuori.
Distesa di sabbia
dorata, non vedi.
Tu nel tuo mondo
di profumi brasiliani,
di avventori, esigenti
accogli, disseti, nutri.
Ogni mattina,
profumi di crema
e vaniglia nelle narici,
vedi sorgere l'alba
con pupille di luce,
La sera stanca,
l'odore pungente
di pizza ti scuote,
il sole intanto
si annega accaldato
nell'acqua del mare.
Tu, come ogni sera
detergi, lucidi
tavoli e stoviglie.
Grande Gheisha
stanca.
È giunta per
te l'ora del
giusto riposo.
La camera tua
sopra il bar
ti attende,
un letto di lino,
ti accoglie, tra
fresche e candide
braccia.
Là fuori, in spiaggia
la gente frescheggia.
La notte è piena
di stelle, di vita,
La musica, impazza
cantando sguaiata.
Rimbomba.
Un pallido grido di
aiuto si perde con lei,
nessuno lo sente.
Tu povera Gheisha
stanca, poi subito
taci, aria ti sfugge,
ti lascia spietata.
La gola si chiude.
Il buio, ti spegne.
Nè albe dorate
nè luce di soli
annegati ormai
vedrai più.
Adesso che il
il corpo tuo pallido,
ingombrante,
di porcellana
giace fermo sul
pavimento scuro.
La tua anima vola
in spiagge di giada
in mari turchesi.
Danzando leggera
su cristallo marino,
fra albe di luce e
tramonti annegati.
È così che io ti penso
mia giovane povera amica.
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1 recensioni:
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- Un plauso dovuto per questa tua eccezionale!
- Hai aperto il cuore e ti sei lasciata andare a questa visone che sà di tragedia. Scritta molto bene, ti prende alla gola specie sull'ultima frase dove la chiusa non lascia spazio all'immaginazione, ma si fa largo una cruda realtà da te descritta sapientemente.

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